“La gestione sostenibile dell’impresa e la massimizzazione dei suoi impatti positivi è un aspetto che sempre di più diventa oggetto di valutazione nella scelta della Z generation di selezionare un’azienda, non solo per le scelte di consumo, ma sempre di più per quelle professionali. Nella ricerca di una occupazione, quasi l’80% dei rispondenti considera in qualche misura importante l’impegno sociale delle imprese. Rispetto ai loro coetanei europei, i giovani italiani appaiono più inclini a considerare l’impresa come un attore sempre più responsabile sia sul piano sociale che ambientale. Si tratta di un cambiamento significativo che investe l’idea di cosa sia oggi “valore” (cioè, ciò che vale, che conta) e di come sia possibile crearlo senza pregiudicare il futuro per le generazioni presenti e future. Parliamo di un nuovo mind-set che, criticamente, persegue il definitivo superamento di modelli produttivi estrattivi a favore di approcci ecosostenibili e dunque di più lungo periodo.

Tra i fattori maggiormente attenzionati dai giovani lavoratori in fase di colloquio, al primo posto si trova il welfare aziendale, con particolare attenzione a flessibilità e smart working. L’idea di entrare ad operare in un contesto attento alla persona è poi alla base anche dell’importanza attribuita alla buona gestione della diversità e all’inclusione. La crescente sensibilità nei confronti delle individualità è sicuramente un fattore caratterizzante la nuova generazione, a partire dalle questioni di genere. Sensibili anche al valore prodotto dall’impresa a vantaggio del territorio, con una visione orientata alla responsabilità sociale.

In una fase in cui è così difficile trovare personale qualificato e motivato diventa quindi importante saper valorizzare, sia in fase di presentazione delle proposte di lavoro che di colloquio, gli impegni e i risultati dell’impresa al riguardo”.

Marisa Parmigiani, Responsabile Sustainability Gruppo Unipol e Direttrice Fondazione Unipolis