I progetti ad impatto dei giovani che saranno presentati all’Evento di Apertura 2024
ALCUNI DEI PROGETTI AD IMPATTO CHE SARANNO PRESENTATI DAI GIOVANI STUDENTI, RICERCATORI, COOPERATORI E START UP
Niccolò Calandri, CEO della nature tech 3Bee
Biodiversità Umana per le nuove sfide ambientali. 3Bee è un’innovativa impresa dedicata alla salvaguardia ambientale, focalizzata sul monitoraggio, la rigenerazione e l’educazione alla biodiversità con l’ambizioso obiettivo di creare il più grande database globale sulla biodiversità terrestre. La motivazione dietro questa missione nasce dalla crescente preoccupazione per gli effetti devastanti del cambiamento climatico, evidenziati da eventi catastrofici come la tempesta Vaia del 2018, che ha distrutto 50 milioni di alberi in meno di 10 minuti, e le alluvioni record del 2021 e del 2023, che hanno causato danni miliardari e riacutizzato rischi sanitari come tifo, salmonella ed epatite. Questi eventi sono sintomi di un problema più ampio: la perdita di biodiversità, aggravata dall’uso intensivo del suolo e dalla distruzione degli ecosistemi naturali. Per affrontare queste sfide, 3Bee ha sviluppato un approccio unico, combinando le competenze di agronomi, ingegneri ambientali ed elettronici, conservazionisti, scienziati ambientali e agricoltori per creare soluzioni innovative di monitoraggio tramite AI e rigenerazione della biodiversità. Attraverso progetti di Insetting e Offsetting, l’azienda mira a soddisfare gli obiettivi della Natural Restoration Law. Inoltre, il team di divulgatori, marketer e pubblicitari lavora per superare i limiti delle tradizionali campagne di sensibilizzazione, puntando a un impatto sociale più ampio e inclusivo. 3Bee integra diversità di competenze e visioni per rispondere efficacemente alle sfide ambientali del nostro tempo. https://www.3bee.com/
Barbara Canale, Program Manager presso Fast Forward Foundation e Academic Fellow presso Università Bocconi
Il mio viaggio nel non-profit ha avuto inizio durante gli anni universitari, quando ho avuto la fortuna di partecipare al programma “Dai un Senso al Profitto” del Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas) della SDA Bocconi. Questa iniziativa permette di contribuire concretamente a progetti di imprenditorialità sociale, offrendo agli studenti una prospettiva di lavoro alternativa e consentendo loro di crescere e ampliare la propria visione per un modello di business diverso. È un percorso che supera l’ambito accademico, fornendo basi solide per un futuro professionale che integra la gestione aziendale con un impatto sociale significativo. Io sono stata assegnata a un progetto per Osservatorio Senior, un’organizzazione che si occupa del benessere dei senior attraverso una piattaforma online che permette il coinvolgimento degli over 65 nella comunità. Il nostro obiettivo era chiaro: trovare modi creativi per finanziare e far crescere l’organizzazione. Abbiamo esplorato le strategie di raccolta fondi, attingendo da esperienze in Italia e all’estero. Successivamente, abbiamo individuato modalità di finanziamento a lungo termine per garantire stabilità dell’organizzazione, ispirandoci al “constituency model”, uno strumento americano che permette di coinvolgere nuovi donatori e rafforzare i legami esistenti. Questa sfida ha trasformato il fundraising in un’entusiasmante avventura creativa, connettendo idee, passioni e risorse insieme all’organizzazione per costruire qualcosa di significativo. Nel mondo in evoluzione di oggi, il non-profit diventa un terreno fertile per menti giovani e intraprendenti. Tutto ciò ha alimentato la mia passione per il non-profit e la raccolta fondi, portandomi a concentrare il mio progetto di tesi su un’analisi e ricerca dei donatori in collaborazione con un museo americano. Dopo la laurea, ho lavorato per tre anni nel settore corporate, ma sentivo la necessità di contribuire a una missione più grande, specialmente dopo la pandemia. Questo mi ha portato al ruolo attuale di Program Manager presso la Fast Forward Foundation, un’organizzazione focalizzata sulla trasformazione sostenibile e inclusiva dei sistemi di welfare e di tutela della persona e delle comunità. La scelta di concentrarci sul welfare integrato deriva dalla forte trasformazione demografica che l’Europa sta vivendo, con una crescente popolazione anziana e un futuro sempre meno sostenibile per i giovani. È fondamentale sottolineare che il concetto di “welfare integrato” rappresenta un pilastro cruciale per migliorare la qualità della vita delle persone e garantire un adeguato livello di sicurezza economica e sociale. Il nostro impegno si concentra su tre aree principali: lo sviluppo e il corretto funzionamento dei sistemi di welfare, l’innovazione e la sostenibilità di tali sistemi, e l’investimento nella formazione e sensibilizzazione della popolazione.
Sabrina Carelli, studentessa di Management for Sustainability and Impact presso il Politecnico di Milano, Associazione studentesca Enactus Polimi
Come studentessa di Sustainability and Social Impact presso il Politecnico di Milano, ho sempre dimostrato un forte interesse verso i temi della sostenibilità e dell’innovazione sociale. Far parte dell’associazione studentesca Enactus Polimi mi ha permesso di mettere in pratica alcune delle mie conoscenze e definire con più consapevolezza le mie aspirazioni in campo lavorativo e umano. Enactus è infatti una rete di studenti, accademici e aziende che ha l’obiettivo di sviluppare l’imprenditorialità della futura generazione per creare un futuro migliore e sostenibile. In Italia conta più di 21 programmi universitari, tra cui Enactus Polimi, il polo del Politecnico di Milano composto da oltre 50 studenti e studentesse delle facoltà di ingegneria, design e architettura. Uno dei progetti attivi, Shea Matters, mira a costruire un ponte commerciale, sostenibile e solidale, tra le cooperative produttrici di burro di karitè in Ghana e i consumatori italiani. La produzione avviene in collaborazione con la cooperativa di donne del villaggio di Kumbungu, Nasara Naturals, dalla quale viene acquistata la materia prima. Questa viene successivamente analizzata dalla società benefit Ahura, prima di essere inscatolata ed etichettata presso Il Gabbiano, una cooperativa che assume persone con disabilità. Il burro di karitè viene quindi distribuito nelle principali botteghe equosolidali grazie al sostegno di Equomercato. Tutti i profitti generati vengono reinvestiti sul territorio ghanese attraverso progetti come l’acquisto di materiale scolastico, l’implementazione di impianti di produzione di biogas da scarti di produzione e l’installazione di microgrid elettriche. Queste iniziative sono possibili grazie all’impegno degli studenti e al sostegno attivo di ricercatori e ricercatrici. L’obiettivo finale è proporre una nuova forma di sviluppo sostenibile che tuteli l’ambiente, rispetti la cultura e l’autonomia dei popoli, e che promuova l’emancipazione delle donne.
Matteo Colombo, co-fondatore della startup cooperativa Kernel Studio
Kernel Studio è una realtà nascente che offre ad aziende, imprese sociali e imprese culturali nuovi modelli di innovazione che mettono al centro cultura, persone e sostenibilità. Siamo professionisti del design e della progettazione culturale che già operano nel settore e che hanno deciso di unirsi in forma cooperativa per proporre i nostri servizi. L’innovazione che portiamo all’interno di queste realtà si basa sui metodi propri del design: oltre a garantire qualità estetica e funzionale alle soluzioni proposte, offre strumenti in grado di coinvolgere comunità di utenti e addetti ai lavori nella definizione dei bisogni delle organizzazioni e degli individui coinvolti, proponendo soluzioni adatte e specifiche. Interveniamo in tutte le fasi del processo di progettazione culturale e sociale: pianificazione; analisi utente, fattibilità economica e progettazione strategica; design dei servizi; progettazione dell’esperienza e delle interfacce (UI/UX design); consulenza e implementazione tecnologica.
Abbiamo a cuore la sostenibilità sociale: con approcci di progettazione partecipata e social design prestiamo attenzione all’accessibilità e all’inclusività delle soluzioni proposte. Ci occupiamo inoltre di instructional design perché crediamo nella trasmissione delle nostre competenze e valori alle prossime generazioni. Per noi il design non si ferma all’utente, ma diamo rilevanza alla sostenibilità ambientale dei progetti con un approccio al design environment-centered. Crediamo in un futuro aperto, intersezionale e collaborativo: per questo scegliamo di nascere come cooperativa, mettendo al centro della nostra forma giuridica e del nostro statuto questi stessi principi. La startup sta prendendo forma proprio in questi mesi grazie anche al supporto del bando Coopstartup Lombardia, di cui abbiamo vinto la prima fase. https://kernelstudio.it/
Michael Ferro, studente Università degli Studi di Milano, collaboratore Green Office
Dopo aver conseguito la laurea in “Scienze Umane dell’Ambiente, del Territorio e del Paesaggio” presso l’Università degli Studi di Milano ho proseguito il mio percorso universitario iscrivendomi al corso di laurea magistrale di “Analisi, pianificazione e gestione sostenibile del territorio”, sempre nel medesimo ateneo.
La sostenibilità ambientale, l’adattamento e la mitigazione al cambiamento climatico sono sempre stati un filo conduttore per i miei studi e interessi. Per questo motivo ho deciso di fare domanda di collaborazione al Green Office UNIMI. Il Green Office dell’Università degli Studi di Milano è un gruppo di lavoro che programma e coordina le azioni dell’Ateneo sulle politiche di sostenibilità ambientale e sociale. Questo è nato sulla spinta di studentesse e studenti ispirati dalle esperienze degli altri Green Office universitari italiani ed europei ed è composto da personale di ricerca e docente, amministrativo e studenti e studentesse.Le finalità del Green Office sono varie, hanno approcci di lavoro differenti e si estendono a tutta la comunità universitaria. Tramite il lavoro di ricerca, documentazione e monitoraggio vogliamo costruire una base condivisa di conoscenze, aperta e accessibile, basata sulla consapevolezza dello stato dell’arte delle strategie e azioni di sostenibilità. La Statale pubblica annualmente il bilancio di sostenibilità per comunicare al suo interno come all’esterno in modo semplice e diretto, i risultati concreti di questo impegno. Fondamentale è infatti il ruolo che poniamo nell’informazione per promuovere la cultura della sostenibilità, diffondendo consapevolezza e responsabilità nell’adottare comportamenti virtuosi, ma anche nell’intensificazione del networking per potenziare le sinergie ed estendere la rete nazionale delle collaborazioni, coordinando l’impegno delle diverse componenti della comunità universitaria. Obiettivo ultimo, e ulteriore, è progettare iniziative e pianificare interventi sviluppando soluzioni innovative di riduzione concreta dell’impatto ambientale, programmate nel breve, medio e lungo periodo. Personalmente questa esperienza mi sta dando l’opportunità di praticare attivismo e creare sinergie con altri studenti. Inoltre, mi sta permettendo di collaborare e partecipare ai processi decisionali dell’Ateneo, sia top-down che bottom-up. Tutto ciò sta consentendo di ampliare le mie capacità di ideare iniziative in risposta alle sfide locali e globali che tutti noi (che costituiamo direttamente e indirettamente il nostro ateneo e il nostro territorio) dobbiamo affrontare.
Giulia Vogliolo, Socia di Drimlab Startup Innovativa Cooperativa
Drimlab è una startup innovativa cooperativa, fondata a fine 2021, la cui mission può essere descritta con la parola chiave “Applied Games”, ovvero videogiochi e applicazioni digitali che sfruttano le logiche del game design per raggiungere uno scopo diverso dal puro intrattenimento. Attraverso un’offerta integrata di esperienze di applied gaming e di strumenti di data analytics, Drimlab permette alle organizzazioni che perseguono obiettivi di impatto sociale di “mettersi in gioco” per sperimentare e sviluppare servizi innovativi per i cittadini. Le esperienze di gioco, personalizzabili per target di utenza, funzionalità e modalità di fruizione, si distinguono in due categorie: Immersive Experience (progettate e ottimizzate per la fruizione in postazioni di gioco dedicate e/o in sale immersive e interattive) e Virtual Experience (fruibili sul web tramite browser, app mobile o visori VR). Nell’ultimo anno, Drimlab ha fondato Drimcity, un luogo virtuale nato per sviluppare e far vivere le virtual experience con impatto sociale su cui lavora; questo sta diventando, come ci si auspicava fin da subito, una vera e propria community virtuale per un impatto sociale nel reale. Drimcity è, infatti, la rappresentazione di una smart social city, ovvero una città del futuro focalizzata sulla sostenibilità e sull’impatto sociale, e le sue abitanti sono organizzazioni che hanno nella loro mission la generazione di impatto sociale e che desiderano “mettersi in gioco” progettando, prototipando ed erogando i propri servizi attraverso una relazione biunivoca e sinergica tra realtà fisica e virtuale. La Smart Social City è ovviamente aperta a tutti i visitatori, che possono interagire con i contenuti interattivi, vivere le esperienze usufruendo dei servizi offerti dalle organizzazioni abitanti e partecipare a tutte le iniziative pubbliche che si svolgono nelle aree comuni di DrimCity. Il sogno di Drimlab, infatti, è proprio questo: utilizzare le potenzialità delle tecnologie e del game design per incentivare una cittadinanza attiva e generare un reale cambiamento positivo. https://www.drimlab.it/
Elisabetta Morelli, Comunicazione & Welfare Manager Consorzio La Città Essenziale
Sono Elisabetta Morelli e sono onorata di trovarmi qui al Social Innovation Campus, evento di spicco sull’innovazione sociale in Italia. La mia storia è un po’ fuori dagli schemi. Cresciuta a Cosenza, in Calabria, ho lasciato la mia terra natale a 18 anni per studiare comunicazione d’impresa a Roma.
La Calabria, oltre a essere una terra di immigrazione, è purtroppo segnata anche da una massiccia emigrazione giovanile e gravi carenze infrastrutturali, che delineano un quadro sconfortante.
Dopo aver conseguito la laurea nel 2014, ho iniziato a lavorare nel campo della comunicazione, appassionandomi sempre di più ai social media e al graphic design, continuando nel frattempo a formarmi costantemente con corsi di specializzazione.
Nonostante le opportunità offerte da Roma, dopo 12 anni ho iniziato a sentire un senso di insoddisfazione simile a quello provato quando ho lasciato la mia Calabria. Il ritmo frenetico e i problemi cronici della città eterna, come il traffico e l’inquinamento, hanno minato la mia qualità di vita.
Così, dopo il primo lockdown, ho preso una decisione coraggiosa: ho accettato un’offerta di lavoro in Basilicata, una regione ricca di bellezze naturali e storiche.
Qui ho trovato una nuova prospettiva sulla vita. Nonostante un’esperienza lavorativa inizialmente deludente, ho avuto la fortuna di entrare a far parte del Team del Consorzio La Città Essenziale, un esempio virtuoso di economia solidale e responsabile, con sede a Matera, cuore pulsante della cultura e dell’innovazione.
La vera forza del consorzio risiede nel suo capitale umano, caratterizzato da competenze trasversali e nelle sue 24 cooperative che fungono da motore per la creazione di progetti innovativi.
Il consorzio evolve costantemente in modo proattivo, promuovendo un approccio condiviso e di lavoro di squadra.
Nel nostro team, ogni persona svolge un ruolo cruciale e contribuisce in modo significativo alla creazione di progetti innovativi. Ognuno porta con sé competenze uniche e prospettive diverse, che si integrano in un approccio collaborativo e sinergico. È proprio questa diversità di esperienze e punti di vista che ci consente di generare soluzioni originali e all’avanguardia.
In un ambiente di lavoro basato sulla fiducia e sulla collaborazione, ognuno si sente valorizzato e responsabilizzato, contribuendo così al successo del gruppo e alla realizzazione dei nostri obiettivi comuni.
Grazie a progetti innovativi e collaborazioni sinergiche, ho avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con numerose realtà innovative, lucane e non, un’esperienza per cui sono profondamente grata.
È importante sottolineare che il consorzio è stato il primo in Basilicata a ottenere la certificazione sulla Parità di Genere, rappresentando un’opportunità significativa e un punto di partenza per una reale rivoluzione nel mondo del lavoro, specialmente per le donne.
Tuttavia, ho riscontrato un problema comune che lega la Basilicata e la Calabria: le aree rurali e interne. Queste zone sono oggetto di attenzione politica da diversi anni, ma come possono i modelli di impresa cooperativa contribuire allo sviluppo sostenibile di queste aree coinvolgendo le giovani generazioni? Grazie.